La Nuova Guida

Paura di guidare: un tema non soltanto femminile

La paura di guidare, o più semplicemente l’essere maldestri al volante, è da sempre rubricato come un problema tipicamente femminile. Non è esattamente così.

Sebbene siano le donne a costituire la maggioranza degli utenti che ci contattano per avere un supporto, rimane una parte considerevole di pubblico maschile che soffre delle stesse ansie. Il punto è che tra i maschietti c’è molta più reticenza a parlarne e, quindi, a iniziare un percorso formativo.

Ne parliamo con Andrea, 36 anni, un ragazzo che qualche mese fa ha deciso di rivolgersi a noi.

 

Ciao Andrea, spiegaci qual era il tuo problema.

Io ho preso la patente subito dopo i diciott’anni, senza troppe complicazioni. Le mie incertezze sono iniziate quando mi sono trasferito dal mio paese in provincia ad una grande città per motivi di lavoro. Le strade cui ero abituato non presentavano particolari criticità legate al traffico, non ci sono strade a scorrimento veloce, i parcheggi non mancano e soprattutto sono zone che conosco come le mie tasche.

Quali sono gli scogli che hai dovuto affrontare trasferendoti in città?

Il traffico è più aggressivo e sentivo molto la pressione della altre auto, specie quando dovevo parcheggiare in una strada affollata o quando dovevo immettermi in tratti a scorrimento veloce. Il fatto di non conoscere bene le strade era un altro elemento di insicurezza, che mi portava ad irrigidirmi e stare al volante con apprensione eccessiva.

 

paura di guid

 

Quando hai deciso di intervenire?

Quando mi sono reso conto che a causa di questa situazione stavo perdendomi tante cose. Ad esempio se dovevo andare in un locale, spesso parcheggiavo lontanissimo pur di farlo con maggiore tranquillità o mi sentivo in imbarazzo ogni volta che con gli amici si organizzava qualcosa, per il terrore di dover essere io a prendere la macchina.

Ero stufo di questa situazione e quando, cercando su internet, ho trovato il vostro corso dedicato alla paura di guidare, ho deciso di dargli un taglio!

Come è andata?

Molto bene! L’istruttore che mi ha seguito mi ha messo subito a mio agio, ha capito quali erano i miei limiti ed abbiamo agito in maniera mirata su quelli. Ad esempio, abbiamo lavorato molto sui parcheggi: con la corretta postura e un migliore uso dello sguardo ho acquisito maggiore sicurezza e rapidità nella manovra.

Questo ha fatto sì che anche la pressione che sentivo da parte delle altre auto diminuisse sensibilmente.

Ti senti di dare un consiglio a chi vive una situazione simile?

Sì, di non aspettare troppo. Con il senno di poi avrei fatto il corso diversi anni fa e mi sarei risparmiato tanta inutile ansia. Non c’è niente di male ad ammettere di avere dei limiti, d’altronde tutti ne abbiamo, magari il tuo amico che guida bene ha paura di nuotare! L’importante è affrontare le cose con gente competente e non improvvisata.