Curiosità

Canapa e bambù per produrre le nuove auto sostenibili

Un’auto fatta di canapa?

È davvero possibile? Non si tratta di un’idea così nuova in realtà, perché già un certo Henry Ford, fondatore dell’omonima casa automobilistica americana, nel lontano 1941 realizzò il prototipo della hemp body car. Si trattava di un’auto col telaio composto da una fibra di canapa e soia. Un’idea rivoluzionaria e molto avanti per l’epoca, ma mai messa in produzione. 

Gli USA entrarono in guerra a dicembre dello stesso anno, e con la Ford impegnata nella produzione di aerei e altri veicoli militari per conto del governo, il concept finì nel dimenticatoio. 

A partire dagli anni ‘60 i derivati del petrolio ebbero una diffusione sempre più capillare anche nell’industria automobilistica, con la plastica che andò a prendere il posto dei metalli, in quanto molto più leggera, economica e al contempo resistente. 

Non c’era più spazio per materiali alternativi come le fibre vegetali o derivati da piante e scarti. 

Negli ultimi anni però le cose stanno cambiando, l’attenzione per l’ambiente e la sostenibilità è sempre più in crescita e questo non sfugge alle grandi aziende automobilistiche, che da un lato si fanno promotrici dell’elettrico e dall’altro sono alla ricerca di materiali alternativi, a minor impatto ambientale.

Pelli vegetali per gli interni 

L’uso di pelli vegetali per i rivestimenti interni dell’auto è uno dei campi in cui i produttori sono già attivi sul mercato. Le pelli vegetali sono prodotti di sintesi, ottenuti fondendo poliuretano con risorse naturali, come piante, funghi e frutta. 

Per esempio, la Desserto è una pelle vegetale a base di foglie di fico d'India su cui sia BMW che Mercedes stanno facendo test e studi per sostituirla ai classici interni in pelle di origine animale. 

Fibre vegetali, plastica riciclata e bioplastiche

Ci sono fibre vegetali molto versatili per la produzione di interni ed esterni delle auto. Una di queste è ricavata dal bambù, una pianta di origine cinese largamente usata anche in altri settori in sostituzione della plastica (come per posate, piatti e bicchieri). Soprannominato l’acciaio vegetale per la sua durezza e al contempo flessibilità. Lo usano addirittura per costruire edifici e palazzi antisismici! 

Mercedes nella sua prossima serie di modelli elettrici utilizzerà proprio fibra di bambù riciclata per i tappetini. 

Molte case automobilistiche già utilizzano plastiche riciclate da bottiglie e tappi per ridurre sia l’impatto di CO2 che l’impiego di nuove risorse, nell’ottica di un’economia circolare. 

Un’altra delle nuove frontiere è di rinforzare le scocche di plastica con fibre vegetali, quali la canapa, il lino o il bambù. Questi materiali hanno il vantaggio di aumentare notevolmente la resistenza delle scocche e di essere molto leggeri. Case produttrici come Ford e Volvo stanno lavorando per arrivare ad un’elevata percentuale di materiali vegetali nella produzione dei loro veicoli. 

La canapa, per esempio, è nota per la sua invidiabile resistenza già dal lontano 1941. Ford alla presentazione del prototipo ne testò la robustezza colpendola più volte con una mazza, un po’ un Elon Musk ante litteram. Ma con un esito ben più felice, infatti la Hemp body car non si fece nemmeno un graffio. 

BMW tra il 2013 e il 2022 ha prodotto il modello i3, con inserti realizzati in kenaf, una fibra derivata dall'Hibiscus cannabinus, una pianta erbacea che può arrivare fino a 6 metri di altezza. Le componenti in kenaf rispetto alle materie plastiche pesano il 30% in meno e permettono anche un risparmio di CO2, attesta la casa tedesca. 

Le soluzioni alternative sono numerose, ma si tratta ancora di timidi tentativi, ben lungi dal soppiantare l'uso della plastica su larga scala.

Fibre di kenaf ad essiccare  

kenaf ad essiccare

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